Mozione sull’attività di contrasto alla diffusione della nutria

Abbiamo presentato al Consiglio Comunale una mozione, che verrà discussa nella prossima seduta, sull’attività di contrasto alla diffusione della nutria. Questo il testo:

  • vista l’incontrollata invasione di nutrie che colpisce l’agricoltura e talora la tenuta di strade ed argini dei corsi d’acqua nelle nostre zone, oltre a rappresentare un pericolo per la salute umana (leptospirosi);
  • considerato che la Regione Veneto, in attuazione del Piano regionale di controllo della nutria – attività 2023/2024 – approvato quest’ultimo con le DGR n. 1069/2021 e DGR n. 1329/2022, lo scorso ottobre ha pubblicato il secondo bando per assegnare fondi ai Comuni che vogliano mettere in atto iniziative di contrasto alla diffusione della nutria secondo regole e modalità stabilite nella succitata normativa;
  • a conoscenza dello stanziamento di € 1.800 nel bilancio 2023 il cui rendiconto è stato approvato nella scorsa seduta di questo Consiglio;
  • pur consapevole che l’affidamento della lotta alla diffusione di questa specie animale al solo mondo della caccia non è risolutivo del problema e che occorrerebbe intervenire anche con altri mezzi di contrasto alla sua riproduzione, notoriamente assai prolifica;

Invitiamo il Sindaco e l’Assessore competente ad utilizzare i fondi (€ 1.800) del bilancio 2023 e quelli relativi al citato secondo bando – qualora fosse stata prodotta relativa domanda entro i termini previsti dal bando stesso – assegnandoli ai cacciatori volontari disponibili a dare il proprio contributo ad arginare il problema con procedure e tecniche rispettose della normativa vigente, nonché ad approfondire il tema col supporto di organizzazioni ambientaliste qualificate e specialisti zoologi al fine di rendere sempre più efficace l’azione di contenimento della diffusione della nutria.


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Un’idea mostruosa

Il Comitato dei Sindaci del Distretto 3, guidato dal sindaco di Nogara, ha proposto all’ULSS 9 che il numero degli assistiti passi da 1.200 a 1.800-2.000. Praticamente da 600 a 800 pazienti in più per ogni medico di base! Un’idea mostruosa, come direbbe Paolo Villaggio. Passare da 1.200 a 2.000 assistiti non è uno scherzo. E perché non a 3.000? O anche di più? Aumentare il numero di pazienti non è la soluzione al problema della carenza dei medici di base.

Nell’articolo, apparso su “La Cronaca di Verona”, a firma di un ex esponenete dell’attuale maggioranza, si leggono le dichiarazioni di tre sindaci della Bassa Veronese: Nogara, Legnago e Bovolone. Tutti e tre parlano del problema e rilasciano dichiarazioni senza proporre nulla nella direzione di risolvere il problema.

Il primo cittadino di Nogara dichiara che “l’ULSS 9 evidenzia un’importante carenza di medici di famiglia (…). Dei 97 medici collocati a riposo per raggiunti limiti di età nel 2021, solo 86 sono stati “rimpiazzati”; altra ondata di pensionamenti, nel primo semestre del 2022: 67 pensionamenti contro 53 sostituzioni (…)”. Il sindaco, come spesso gli succede, fa solo molte chiacchiere per non dire nulla: lui che è stato anche Presidente della Conferenza dei Sindaci, un distintivo all’occhiello più che un ruolo per migliorare il servizio sanitario pubblico, tanto che, ancora una volta, non fa alcuna proposta. Dovrebbe invece sapere che i pensionamenti sono prevedibili con qualche anno di anticipo, ma non osa criticare il suo collega di partito Zaia, presidente della Regione, dal quale ha imparato che bastano le chiacchiere per lisciare il pelo all’opinione pubblica. Chi dorme non piglia…medici!

Penosa la lagna dell’altro sindaco legaiolo di Legnago, Graziano Lorenzetti, che quando la sanità funziona è merito di Zaia, quando non funziona è colpa di Roma. Il primo cittadino di Bovolone, Orfeo Pozzani, addirittura si rivolge al dentista perché ha male ad un piede: lamenta che il Ministro della Sanità non ha risposto alla segnalazione della chiusura del punto di primo intervento dell’ospedale, questione di chiara e netta competenza, per legge, della Regione. Tanto per depistare la matrice delle responsabilità, oppure perché ignora legge, in entrambi i casi dovrebbe vergognarsi.

In conclusione i nostri sindaci propongono che i medici di base passino da assistere 1.200 pazienti a 2.000. In sostanza più lavoro per i medici di base con conseguente abbassamento del livello di qualità e di assistenza al malato. Un’idea, senza alcun dubbio, mostruosa.